Una donna che voleva essere presidente
by Claudio Spuri • 13 Febbraio 2017 • Politica e Propaganda, Provocazione e Protesta, Società e costume • 1 Comment
Vent’anni fa negli Stati Uniti, emancipazione e pari opportunità furono messi a dura prova dalla t-shirt “Someday a Woman Will Be President”, prima in vendita e poi ritirata perché ritenuta offensiva per la morale corrente.

In alto: La t-shirt originale. (Fonte mashable.com)
Un salto temporale lungo ventidue anni per una storia iniziata il 23 settembre 1995, grazie all’articolo di un quotidiano locale e tornata alle cronache il 27 luglio 2016 in occasione della nomination ufficiale di Hillary Clinton alle presidenzali USA.
È la storia di una maglietta, apparentemente innocua, e di una “profezia visionaria” a pochi passi dalla sua attuazione.
La t-shirt in questione, realizzata dalla dottoressa Ann Moliver Ruben, fu messa in commercio il 5 agosto 1995 all’interno di un punto vendita della catena Walmart a Miami e venne subito ritirata, il 21 agosto, perché ritenuta, da una cliente del negozio, offensiva nei confronti dei valori della famiglia.
Una donna al comando di un qualcosa che non fosse la propria famiglia era una visione evidentemente ancora troppo destabilizzante per quei tempi, anche se il terzo millennio era alle porte e nonostante il messaggio fosse legato al personaggio di Margaret, del noto fumetto Dennis The Minace.

La direzione di Walmart decise di assecondare la cliente che aveva visto nella maglietta una pericolosa provocazione, prendendo di fatto la strada più prudente, ma alla fine, dopo una serie di proteste e minacce di boicottaggio, fu costretta a tornare sui suoi passi e la t-shirt fu messa di nuovo in vendita il 17 dicembre,
La serie di eventi non fece altro che aumentare il successo della t-shirt che vide incrementare notevolmente la sua diffusione sia dal punto di vista numerico che geografico.
Qui puoi leggere l’articolo del Chicago Tribune del 18 dicembre 1995.

In alto: Foto di Robyn Meadows/For The Herald – Ann Moliver Ruben, autrice della maglietta. (Fonte: www.miamiherald.com)
Per Ann Moliver Ruben, che durante la sua attività di psicologa aveva riscontrato una rassegnazione diffusa nell’immaginare una donna al comando degli Stati Uniti, questa maglietta rappresentò una sfida e uno stimolo, rivolto soprattutto ai più giovani.
Per questo motivo, come ha raccontato lei stessa al The Washington Post, dopo aver letto casualmente un episodio di Dennis The Minace in cui Margaret rispondeva, all’atteggiamento maschilista di Dennis, proprio con la frase “Someday a Woman Will Be President”, chiese e ottenne i diritti d’uso della vignetta e la stampò sulle sue t-shirt.
Ann Ruben: The Pittsburgher behind the viral “Someday a woman will be president!” shirt https://t.co/hvI5eKbn7J pic.twitter.com/vm1M2oHxyG
— Pittsburgh PG (@PittsburghPG) 28 luglio 2016
Sempre al The Washington Post, Ann Moliver Ruben ha poi raccontato di aver realizzato una seconda versione della t-shirt con la scritta “Someday is now” sul retro, e che quel Someday era finalmente arrivato martedì 26 luglio 2016 alla Convention nazionale dei democratici, quando Hillary Clinton per la prima volta nella storia degli Stati Uniti diventò ufficialmente la prima candidata donna alla carica di presidente. La pazienza e l’impegno di Ann Moliver Ruben, novantunenne ancora oggi impegnata nella lotta per i diritti delle donne, sono stati premiati e il valore simbolico della maglietta è così arrivato al suo livello più alto, grazie alla sua incredibile storia, iniziata tra gli scaffali di un negozio della Florida e arrivata, ventidue anni più tardi, davanti agli occhi di milioni di persone, molto vicino a colei che avrebbe potuto davvero esaudire il desiderio della piccola e ribelle Margaret.
“Someday a woman will be PRESIDENT” – 1995 banned Walmart shirt@RayaSaysHey & mom saved these shirts for 20 years! pic.twitter.com/57EgYq0INl
— #YesAllWomen (@yesallwomen) 29 luglio 2016
Sul Web se n’è scritto e parlato tantissimo. L’azione virale di questa notizia si deve a un tweet del professor Nick Kapur pubblicato il 27 luglio 2016, il giorno dopo la nomination. Ma a novembre, all’elezione finale, come ormai sappiamo, Hillary Clinton non ce l’ha fatta. Il sogno “rivoluzionario” della dottoressa Ruben si è avverato soltanto a metà e la situazione è tornata alla solita silenziosa e rassicurante normalità.
Forse!
In 1995 Walmart pulled “Someday a woman will be president” T-shirt from shelves, saying it offended “family values.” pic.twitter.com/jqqbmZFMCa
— Nick Kapur (@nick_kapur) July 27, 2016
Se vuoi approfondire:
- Walmart Once Pulled a Shirt That Said “Someday a Woman Will Be President” From Its Shelves, di Danny Lewis su smithsonianmag.com
- Banned ’90s Walmart shirt is relevant again thanks to Hillary Clinton, di Sophie Hirsh su mashable.com
- The 1995 saga of the ‘Someday, a Woman Will be President’ shirt — and Wal-Mart, di D. Aileen Dodd su miamiherald.com
- That time Walmart banned a T-shirt saying ‘a woman will be president’ di Lindsey Bever su washingtonpost.com
- In 1995, Wal-Mart Got in Trouble for Pulling a T-Shirt Promising ‘Someday a Woman Will be PRESIDENT!’, di Kelly Faircloth su pictorial.jezebel.com
- This once-banned “Woman President” shirt is making a comeback, di Jill Layton su yahoo.com e hellogiggles.com
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